visita a cura di uno storico dell’arte e guida turistica
Nel Castello Sforzesco si concentra una buona parte della storia civile e artistica di Milano. Costruito sotto i Visconti già come roccaforte della famiglia, venne ampliato e arricchito dagli Sforza, che ne fecero la loro residenza principale.
In questo periodo vi operano alcuni tra i più grandi artefici del rinascimento italiano: il Filarete costruisce la torre che porta il suo nome, Bramante la Ponticella per gli ozi del Moro, Bramantino decora la sala del tesoro, Leonardo la sala delle Asse. Ma fu una breve stagione.
Caduto Ludovico il Moro e conclusasi col predominio spagnolo la lunga contesa per il ducato, il castello si ridusse a pura piazzaforte militare, nemmeno molto attiva. Napoleone volle rivitalizzare il monumento facendone il centro di un magniloquente ‘Foro’ a lui dedicato (progetto solo in parte realizzato molto modificato). All’indomani delle Cinque Giornate invece vi fu chi propose di abbatterlo, visto che era stato il punto di forza degli Austriaci.
Dopo l’unità si cominciò a riconoscerne il valore storico e a recuperarne i pregi artistici, purtroppo compromessi dal lungo oblio. Luca Beltrami è stato l’artefice della ricostruzione stilistica del Castello tra fine ‘800 e inizio ‘900.
Quindi il castello diveniva sede di prestigiose istituzioni, quali la Biblioteca Trivulziana e la Raccolta di stampe Bertarelli, nonché di un percorso museale che dalle vestigia della Milano romana e medievale ci porta all’artigianato artistico, agli strumenti musicali, alle armi, alla pittura, toccando i suoi vertici nella serie degli arazzi disegnati da Bramantino e nella Pietà Rondanini di Michelangelo.
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